GLI ALBORI…
Era il pomeriggio dell’ultima domenica di giugno del ’67. Un gruppo di ragazze in tuta, nel cortile dell’Oratorio femminile, attendeva con impazienza di conoscere “l’allenatore” che l’assistente, don Eugenio, aveva contattato, per “mettere in piedi” una squadra di pallavolo. Veniva da Varese ed era un allenatore di basket: evidentemente la pallavolo era ancora misconosciuta!!!
Il gruppo si era “preparato” da sé, a quell’incontro, nel corso dell’anno, di domenica pomeriggio, come si può leggere dal giornalino dell’Oratorio del tempo (sezione Aspiranti A.C.).
L’idea di introdurre l’attività sportiva all’Oratorio femminile era maturata nell’ambito del “progetto educativo” che sacerdote, suore (indimenticabili le “Superiori” madre Eugenia e madre Erminia) e “delegate” (oggi diremmo “catechiste”) avevano programmato per le ragazze in età adolescenziale, convinti che lo sport era (ed è tuttora) un mezzo fondamentale per l’educazione a valori quali la socializzazione, la costanza, la collaborazione, .., insomma per far CRESCERE LA PERSONA.
Gli allenamenti si svolgevano nel cortile dell’oratorio e le partite, con squadre oratoriali dei paesi vicini (Vedano, Tradate,..) si giocavano all’aperto; per noi fu disponibile un campo presso il Centro Sportivo “Toselli” (la palestra era ancora un sogno..).
Fu nell’autunno del ’68, durante una partita sul campo di Abbiate Guazzone, che la squadra di Malnate (non aveva ancora un nome..) venne notata da un arbitro – allenatore e, grazie all’intervento di una spigliata giocatrice, avvenne l’incontro che fece crescere la pallavolo malnatese.
E l’avventura cominciò..
Si legge sul numero speciale di Kikajon (agosto ’88), dedicato alle Suore Canossiane: “Nel 1968 due squadre di ragazze iniziarono a partecipare ad un torneo di pallavolo indetto tra gli oratori e vennero sempre accompagnate da una madre canossiana nei paesi dove si disputavano le partite. I tornei si tennero per diversi anni e sempre una Madre faceva da accompagnatrice, così le mamme a casa erano tranquille. Nel 1969 ben quarantacinque ragazze dell’oratorio parteciparono addirittura ai Giochi della Gioventù organizzati dal comune sotto l’egida del CONI”.
Nel 1971 si decise di dare alla squadra il nome di “STELLA AZZURRA”, assimilandolo dall’omonima società di basket dell’oratorio maschile.
Nel 1972, viste le potenzialità che emergevano, si decise di affrontare il gran passo: l’affiliazione alla FEDERAZIONE ITALIANA PALLAVOLO per disputare i campionati provinciali, pur continuando l’attività nell’ambito del C.S.I. (Centro Sportivo Italiano), con le squadre minori.
Mille altri ricordi affiorano alla memoria: le prime riunioni con i genitori, l’acquisto delle prime magliette.. Ma lasciamo ad altri la parola.
Marinella
GLI ANNI ‘70
Era cominciata così.. come fosse un dovere, per una “non sportiva” come me, dedicarsi, quale segretaria, all’attività della pallavolo che allora vantava già una squadra ben consolidata, forte richiamo per nuove ragazze che sempre più volevano praticare questo sport.
Più passava il tempo e più cresceva la mia passione perché già nella stagione ’72-’73 la prima squadra partecipava al campionato di promozione ottenendo il passaggio in seconda divisione. Ma ahimè non c’erano fondi e il sogno di giocare un campionato superiore rimaneva nel cassetto, almeno per quell’anno.
Nel ‘73-’74 si disputava per tanto ancora il campionato di promozione.
Io ero ben inserita, ma c’era bisogno sempre di gente disponibile e rivedo ancora Marinella con il suo “pancione” seduta al tavolo a compilare i referti.. fino all’ultimo giorno prima di partorire. Nel frattempo le ragazze più giovani, riunite in una squadra che partecipava ai campionati di CSI prima di accedere a quelli FIPAV, stupivano sempre di più per la loro classifica nelle finali regionali, per ben due anni di seguito. Ricordo con quale “magone” dovetti salutarle alla partenza per Bergamo mentre io dovevo rimanere a lavorare. Si era già creato un clima di amicizia tra le giocatrici e i responsabili, sempre presenti agli allenamenti per raccogliere gioie, soddisfazioni, critiche, dubbi, delusioni, tipiche sensazioni femminili. Questo era l’intento di tutto lo staff direttivo.
Nell’anno ’74-’75 la prima squadra partecipava al campionato juniores e poi a quello di promozione ottenendo il secondo posto nella fase provinciale.
Nel ’75-’76 con la prima squadra finalmente si otteneva il passaggio in seconda divisione mentre la seconda squadra partecipava al campionato Juniores.
Tra un campionato e l’altro, tra una partita amichevole e un allenamento, lunghi consigli direttivi si svolgevano fino alle ore 24 nell’ufficio del cassiere Sig. Ragazzoni Giosuè per decidere come affrontare e organizzare gli orari di palestre, iscrizioni ai campionati,. Trasferte, acquisto di divise, borse, ecc.. Molti impegni, tante corse ma anche qualche risvolto scherzoso come il “Pesce d’Aprile” che il nostro presidente Monetti Renato fece alla sottoscritta “convocata in Comune dall’Ufficio Tecnico per comunicazioni urgenti riguardanti gli orari delle palestre”. Arrivata in Comune nessuno sapeva niente.. poi guardo al calendario: 1° aprile.. Vi lascio immaginare il tutto..
Nel ’76-’77, mentre stava per terminare il mio impegno con la Pallavolo Stella Azzurra, la prima squadra al termine del girone di andata del campionato di seconda divisione si trovava 1° classificata a pari punti con altre squadre, mentre la seconda squadra partecipava al campionato di promozione.
Di pari passo dal 1971 al 1976 un centro giovanile di addestramento, con una ventina di ragazze, partecipava ai giochi della gioventù classificandosi nelle finale al 3° posto nel ’74-’75 e al 2° nel 1976.
Carla
RICORDO MOLTO BENE QUEL POMERIGGIO…….
Ricordo molto bene quel pomeriggio, all’oratorio.
Accompagnavo Valeria, mia figlia, alla sua prima lezione di catechismo. I ragazzi giocavano dietro……. Al femminile.
Bello ritrovarsi lì, dopo anni.. E’ stato un attimo!
Ho “rivisto” il nostro primo gruppo di allenamento, ricordando quanto fosse importante per noi trovare ogni ritaglio di tempo possibile per giocare.
Volevamo assolutamente imparare e migliorare una pallavolo ancora poco conosciuta
E’ vero che i ricordi piacevoli fanno bene all’anima e in quel momento io stavo proprio bene.
Quando poi, dopo circa tre anni, la pallavolo IGNIS di Varese, ci aveva richieste, era stato veramente molto difficile scegliere. Chicca ed io, cresciute all’oratorio, sentivamo però che poteva essere un’esperienza positiva, non solo sotto il profilo sportivo, ma anche umano e personale. E’ stato proprio così! Sono stati sette anni indimenticabili! Buoni risultati sul piano tecnico e sportivo ma anche come esperienza personale. E ora, con quasi tutte le compagne di allora, a distanza di tanti anni, con scelte di vita molto diverse e comunque unite come prima, ci ritroviamo ancora una sera la settimana per un po’ di buona pallavolo e, ……………………. Credetemi, ci divertiamo!
Antonella
STELLA AZZURRA… IN ORBITA
La Pallavolo Stella Azzurra Malnate ha avuto, oltre al merito di gravitare attorno a sé un forte numero di giovani cercando di dare loro una formazione sia atletica che sociale e spirituale, anche il merito di aver portato nel corso degli anni, nel settore femminile, alcune atlete a distinguersi in campo regionale, interregionale e nazionale.
Troviamo negli anni ’70, tra le file dell’Ignis Varese, Antonella Lalli, Chicca Ambrosetti, Maria Adelaide Brusa (promozioni a ripetizione sino alla C1) e successivamente Luisella Riva e Gabriella Monetti.
E’ con quest’ultima che la Ignis Varese conquista nel ’76 la promozione in serie B, e mentre età e incidenti allontanano dallo sport attivo le prime, Gabriella sale nella scala dei valori.
Dopo due anni alla Ignis il suo passaggio alla Geas di Milano; per diversi anni in serie B con il coronamento della promozione in A2 e il suo personale trasferimento a Reggio Emilia con la Società Nelsen in A1.
Ma le soddisfazioni maggiori Gabriella Monetti le ha avute con le convocazioni alla Nazionale maggiore (è rimasta quattro anni “nel giro”) con la partecipazione vincente ai Giochi del Mediterraneo di Casablanca, ai mondiali in Perù, agli Europei di Vienna, alle Universiadi di Kobe in Giappone e Edmonthon in Canada.
Poi l’età l’ha riportata tra la sua gente a disputare gli ultimi campionati in A1 con la Splugen da Albizzate concludendo la sua carriera in serie B con la Preca di Cislago.
Ci aspettiamo che nel proseguo del cammino della Stella Azzurra, altre.. stelle arrivino a illuminare e coronare il lavoro, a volte oscuro, ma proficuo, di società e allenatori.
Renato
UN CAMBIAMENTO DI ROTTA…
Sicuramente in quasi 30 anni di attività il lavoro e il tempo messi a disposizione dai numerosi volontari sono stati preziosi se non fondamentali.
Molte persone hanno contribuito alla gestione di questa società secondo le loro potenzialità ed esperienza che per ovvi motivi sono state diverse, sia perché legate alla singolarità degli individui che al preciso momento “storico” in cui si sono trovati a dare il loro aiuto.
Fra i probabili numerosi cambiamenti di rotta che la gestione della Società ha avuto, intendo qui testimoniare uno che mi ha visto coinvolta in prima persona, nel 1987.
Nel settembre di quell’anno, un gruppo di ragazze rimaste “senza squadra” a causa dei problemi economici e di attuazione di scelte dell’allora dirigenza, chiese al coordinatore dell’oratorio di poter iniziare una nuova attività sportiva in quella sede.
Un anno dopo il vecchio consiglio della Stella Azzurra Pallavolo si sciolse (e così le squadre rimaste) per lasciare spazio di lì a poco, ad una nuova dirigenza che da subito assunse un orientamento, a mio avviso, sostanzialmente diverso dal precedente.
Il nuovo Consiglio dovette ripartire da zero e le poche ragazze “abbandonate” in oratorio divennero la prima, e inizialmente unica, squadra della “nuova era” Stella Azzurra.
La partenza non fu senza fatica, ma, come già detto, subito chiara negli orientamenti: meno tendenza verso l’agonismo e più spazio verso una logica sportiva come momento educativo e di aggregazione per i più piccoli.
Logica che condividevo allora come oggi e credo rappresenti il PUNTO DI FORZA di una società sportiva di provincia che, nonostante le difficoltà (soprattutto economiche, come tutti si possono immaginare) riesce ad andare avanti.
Logica che aiuta i pochi dirigenti, pochi non per scelta, nella convinzione (e spero non illusione) di lavorare gratuitamente per offrire un servizio importante a ragazze e ragazzi del nostro paese e dare così a loro la possibilità di fare un’esperienza costruttiva ed educativa all’interno dell’ambito sportivo.
Mi permetto di sottolineare come questo tipo di scelte purtroppo non è sempre scontato, né capito, nella gestione delle attività sportive in genere e, come un tale obiettivo non solo è da raggiungere, ma anche da mantenere, in quanto risultato di un difficile equilibrio tra attività puramente amatoriale e agonismo.
A mio avviso si incorre nel rischio di abbracciare uno di questi due orientamenti senza più considerare l’importanza dell’altro, perdendo così di vista il vero spirito sportivo.
La mia esperienza (seppur minima) mi ha portato a condividere le scelte fatte in questi ultimi anni dal nostro Consiglio e i passi avanti, confermati dal numero di atlete e atleti iscritti mi rinforzano nel credere che queste siano le scelte giuste.
Cristina
IL LATO RUDE DELLA PALLAVOLO: “I MACHI”
C’era una volta in un paese della provincia di Varese, una squadra di pallavolo maschile. Sotto la guida di un intrepido allenatore un gruppo di ragazzi dai 16 ai 20 anni decise nel 1987 di dare vita a quella che sarebbe stata negli anni successivi la “gloriosa Stella Azzurra Pallavolo Malnate”.
Sin dall’inizio dei primi allenamenti, gli instancabili eroi parvero di buona fattura, tanto che nell’allenatore cominciò a balenare l’idea di un futuro roseo, magnifico e interessante. Eh! Sì, sembravano proprio dei ragazzi promettenti.
E i risultati e le prime soddisfazioni non tardarono ad arrivare.. nel 1988 vinsero il loro primo campionato di pallavolo: il campionato C.S.I.
“Un campionato troppo facile” commentarono i maligni, “chiunque avrebbe potuto vincerlo”, “il livello era talmente basso...” E sì.. forse il livello di pallavolo espressa non era un granché, però anche i nostri eroi erano solo alle prime armi e allora.. e allora decisero di iscriversi al campionato di Federazione.. Lì sì che potevano dimostrare sul campo tutto il loro valore, di che pasta erano fatti.
E anche in quel caso i risultati non tardarono ad arrivare.. dopo un primo anno un po’ incerto il gruppo di ragazzi, che nel frattempo si era rafforzato con nuovi talenti provenienti da Comuni limitrofi, ottenne un lusinghiero 4° posto, e l’anno successivo un 3° posto e l’anno successivo ancora un 3° posto.. insomma sempre nelle prime posizioni, sempre ad un passo dalla promozione, che però non arrivava mai.. L’allenatore ormai poco convinto dei mezzi tecnici dei propri ragazzi decise di prendere un’altra strada e lasciò i ragazzi nelle mani di un'allenatrice. E proprio in quell’anno, beffa del destino, i ragazzi furono ripescati in I divisione!!!
Fu un vero e proprio errore!!! Non si potevano ripescare dei ragazzi di quell’età in I divisione, soprattutto perché allenati da una donna.. e che donna.. Subito ci furono cuori infranti, chi perché non giocava, chi perché, si sentiva trascurato dall’allenatrice, chi perché si era innamorato e chi perché si era infortunato! … “casualmente”… in quel periodo aumentarono il numero degli infortuni (l’allenatrice sedeva in panchina in qualità di massaggiatrice non avendo il cartellino ufficiale da allenatore).
Insomma il primo anno di prima divisione fu un vero e proprio disastro.. tanto che l’allenatrice scoraggiata dalla situazione, decise di abbandonare la pallavolo e di darsi all’insegnamento della ginnastica aerobica.
Ma, come al solito, i nostri beniamini non si lasciarono abbattere da questa situazione e si misero subito alla ricerca di un nuovo allenatore… e ne trovarono addirittura uno straniero. Per molti fu difficile adattarsi ai nuovi ritmi imposti dall’allenatore, per altri fu problematico capire cosa diceva ma.. niente poteva bloccare la voglia di vincere di quei ragazzi e infatti.. e infatti niente!! Anche quell’anno disputarono un campionato veramente pietoso che costrinse il presidente dell’epoca a dimettersi e a fare un lungo viaggio in Terra Santa per dimenticare.
La squadra si sciolse; qualcuno andò a giocare in un’altra squadra, qualcuno andò a giocare a calcio, qualcuno a pallacanestro, qualcuno “appese le scarpe al chiodo”. Da quel momento della gloriosa Pallavolo Stella Azzurra Malnate non si sentì più parlare..
Ormai sono passati due anni da allora ed io, uno di quei ragazzi, uno di quegli “eroi” che eroi non lo sono mai stati, né tantomeno campioni che non hanno mai pensato di esserlo, provo una grande nostalgia per i miei compagni, per le partite vinte e per quelle perse, per le risate e le litigate, per le notti in bianco passate a ripensare agli errori e per quelle passate a festeggiare le vittorie.
…Penso che la pallavolo sia anche questo.. Emozioni, sensazioni, ricordi che ti aiutano a vivere meglio e ti permettono di raccontare questa bella storia concludendo: IO… C’ERO!!
Franco
MEMORIE DI UN PRESIDENTE
Sul finire degli anni ’70, mi fu affidata l'organizzazione del settore “pallavolo femminile” della Stella Azzurra. Mi furono assegnate dieci ragazze cariche solo di una gran voglia di giocare. Trovato un tecnico allenatore con esperienza incominciò l’avventura dei campionati provinciali.
Le ragazze furono da me considerate come figlie e con la costante preparazione atletica arrivarono immancabilmente i primi risultati gratificanti che ci portarono ai campionati regionali.
La pallavolo Malnate aveva raggiunto la popolarità della più famosa pallacanestro.
Quante discussioni per l’assegnazione delle ore di allenamento in palestra! Ma la pallavolo era una realtà e bisognava darle spazio.
Si trovò un mecenate (volgarmente detto “sponsor”) fu così che di vittoria, in vittoria si arrivò alla classificazione per la categoria C1 nazionale, un sogno insperato!
Le mie ragazze erano ormai un centinaio: prima squadra, squadra provinciale, minivolley; tante giovani tolte alla strada ed avviate allo sport.
Improvvisamente mancò il finanziatore e tutto si dissolse, ma resta in me il ricordo più bello della mia vita.
Sono grato a coloro che oggi tengono viva la società ed ammiro la loro abnegazione nel superare le difficoltà finanziarie che obbligatoriamente devono affrontare per seguire le/i ragazze/i che vogliono continuare a divertirsi con la pallavolo.
Termino con la speranza e l’augurio che chi può si faccia avanti aiutando chi possiede solo il tempo per seguire la gioventù del nostro Paese
Mario Somaini